PFAS: cosa sono e proposta EFSA per l’abbassamento del limite
Consultazione pubblica relativa ai PFAS, dove eravamo rimasti e cosa è cambiato.
Il gruppo CONTAM dell’EFSA ha lanciato una consultazione pubblica relativa all’opinione sul rischio per la salute pubblica della presenza di PFAS negli alimenti. Nel frattempo, chiariamo cosa sono queste sostanze e quali sono i fattori di esposizione.
PFAS, COSA SONO E DOVE POSSIAMO TROVARLI
Le sostanze perfluoroalchiliche, o PFAS, sono composti organici prodotti dall’uomo, pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente, contenenti una catena di carboni totalmente fluorurata e diversi gruppi funzionali. I legami carbonio-fluoro e le altre caratteristiche delle molecole conferiscono alle sostanze particolari proprietà chimico-fisiche, quali l’impermeabilità all’acqua e ai grassi e un’alta resistenza termica.
I principali PFAS sono quattro:
- PFOA o acido perfluoroottanoico
- PFOS o perfluoroottano sulfonato
- PFNA acido perfluorononanoico
- e PFHxS o acido perfluoroesano sulfonico
Di queste, quelle maggiormente utilizzate sono i PFOA e i PFOS.

Negli ultimi anni, tuttavia, un gran numero di PFAS “nuovi” sta interessando il settore industriale ed è necessario provvedere a una valutazione del rischio di tutte queste sostanze
Le caratteristiche di queste molecole hanno interessato, a partire dagli anni ’50, un gran numero di settori industriali. Fino ad oggi, infatti, queste sostanze hanno trovato diverse applicazioni. Tra i più comuni, l’utilizzo come tensioattivi nei prodotti per la pulizia, creme e cosmetici, insetticidi, come rivestimenti protettivi, abiti impermeabili, ecc.
Nel settore alimentare, le caratteristiche chimico-fisiche hanno reso i PFAS sostanze largamente utilizzate negli incarti per il fast-food e nei cartoni per pizze.
ESPOSIZIONE E TOSSICITA’
PFOA e PFOS sono composti persistenti e chimicamente stabili, che non si degradano nell’ambiente e non si scompongono nell’organismo umano, portando con il tempo ad accumulo sia nel suolo, che nell’aria e nell’acqua.
L’utilizzo massivo di queste sostanze le ha rese ubiquitarie nell’ambiente e diversi studi hanno identificato contaminazioni nelle acque fluviali e potabili. Le principali fonti di esposizione sono, appunto, l’ingestione di acqua potabile contaminata, nonché alimenti e imballaggi alimentari contaminati, con incidenza maggiore per i prodotti della pesca e vegetali e i loro derivati.
Un’altra fonte di esposizione è rappresentata da superfici, suolo, polveri e aria contaminati, ragione per cui le analisi del sangue di molti operai di industrie che manipolano queste sostanze hanno evidenziato la presenza di questi contaminanti.
Gli studi disponibili fino al 2018 suggerivano che la presenza di alti livelli di PFOS E PFOA nel sangue potesse essere correlato all’aumento dei livelli di colesterolo. Tuttavia, il nuovo parere della Commissione CONTAM richiede ulteriori studi a tal proposito. Altri effetti sulla salute sembrerebbero invece confermati.
i gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili e, quindi, il cui rischio di effetti negativi sulla salute è maggiore, sono anziani e bambini.
LIMITI
Nel 2018 l’EFSA aveva pubblicato un’Opinion relativa ai due PFAS maggiormente frequenti, PFOS e PFOA, all’interno della quale definiva i limiti tollerabili di assunzione settimanale per ognuno di questi composti, sulla base degli effetti riscontrati e osservati nell’uomo.
Nell’ultima bozza di consultazione pubblica, il gruppo CONTAM è stato richiamato per valutare la tossicità di altri PFAS, nonché di eseguire una nuova valutazione del rischio sui PFAS già analizzati, valutandoli come insieme. Utilizzando le linee guida “MixTox”, il sistema che permette all’EFSA di valutare più sostanze chimiche compresenti e pubblicate lo scorso anno, il Panel ha deciso di utilizzare l’apporto giornaliero di 1,16 ng/kg di peso corporeo come base per stabilire l’apporto limite settimanale tollerabile, impostato infine a 8 ng/kg di peso corporeo alla settimana per PFOA, PFNA, PFHxS e PFOS, sulla base degli effetti osservati nell’uomo.

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