CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE, IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE

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Dai metalli pesanti alle microplastiche, il dossier analizza la situazione della contaminazione dei diversi corpi idrici

A giugno 2020 Legambiente ha pubblicato un dossier di denuncia della contaminazione delle acque in Italia, H2O – La chimica che inquina l’acqua.

I cambiamenti climatici avranno forte impatto sull’Europa e i prossimi anni saranno importanti per proteggere l’ambiente. Gli obiettivi del futuro saranno fortemente correlati con la sostenibilità. In questo contesto, l’acqua è prioritaria e sarà necessario tutelarla e garantirla per tutti gli utilizzi.

Dobbiamo capire quale sia lo stato ecologico e le correlate misure necessarie per garantire la qualità dei corpi idrici.

Anche il Green Deal europeo, di cui abbiamo parlato in un articolo sulla sostenibilità la scorsa settimana, sembra comprendere l’importanza di ottenere un obiettivo di “acqua pulita”. Gli obiettivi saranno:

  • la salvaguardia della biodiversità di fiumi e laghi,
  • la riduzione dell’inquinamento da:
    • nutrienti
    • microplastiche
    • farmaci

Gli studi hanno mostrato come circa il 60% di fiumi e laghi italiani si trovano in cattivo stato, mentre quelli in buono stato non vengono adeguatamente protetti. Una criticità è proprio lo stato chimico delle acque e l’utilizzo che le industrie ne hanno fatto, utilizzando i bacini idrici come discariche, l’agricoltura e la zootecnia.

Il JRC, Il Centro di Ricerca della Commissione europea ha definito l’inquinamento chimico “uno dei principali problemi ambientali del mondo”. Analizzando i dati, ha evidenziato che nel mondo vi sono più di 131 milioni di sostanze chimiche registrate, di cui però solo 387.150 sono regolate.

Dato l’alto numero di sostanze inquinanti rende molto probabile la loro presenza nell’ambiente. Il primo passo è quindi identificare le cause dell’inquinamento ed evidenziare le sostanze contaminanti prioritarie ed emergenti nelle acque.

I CONTAMINANTI PRIORITARI

L’identificazione delle sostanze inquinanti nelle diverse matrici idriche che possono causare sia un rischio ambientale che per la salute pubblica è stato, ed è, uno degli obiettivi dell’Unione europea.

Nel 2001 è stata stilata la prima lista di sostanze prioritarie. La definizione di questo elenco, tuttavia, non è stato semplice: bisogna dapprima partire dal concetto di prioritario. Può infatti essere considerata prioritaria una sostanza chimica che, per caratteristiche chimico-fisiche, causi bioaccumulo o persistenza nell’organismo o nell’ambiente. Allo stesso tempo prioritaria è una sostanza che, in un certo territorio, viene largamente utilizzata per scopi precisi come, ad esempio, i pesticidi.

In ogni caso, prese in considerazione tutte le sostanze prioritarie in funzione dei diversi sistemi (acque superficiali, marine, sotterranee) è stata stilata la prima lista ufficiale, che divideva le sostanze in due gruppi: sostanze organiche (idrocarburi policiclici aromatici, benzene, antracene, ecc.) e metalli pesanti (nichel, piombo, cadmio e mercurio).

Negli anni l’elenco si è esteso a erbicidi, biocidi, diossine, ritardanti di fiamma. Nel report 2018 dell’EEA, l’agenzia europea dell’ambiente, l’analisi dello stato chimico delle acque superficiali UE ha mostrato che solo il 38% è in buono stato.

I tre gruppi principali di sostanze che impediscono il raggiungimento di un buon stato chimico sono:

  • mercurio e i suoi composti
  • gli IPA, Idrocarburi Policiclici Aromatici,
  • i polibromurati difenile, pBDE

Negli anni, sempre maggiore attenzione è stata posta sui pesticidi, divenuti un grosso problema per la contaminazione delle acque.

LE SOSTANZE EMERGENTI

Per quanto concerne le sostanze emergenti, divenute oggetto di studi e osservazioni negli ultimi anni, la suddivisione comprende i prodotti farmaceutici, pesticidi, additivi plastici industriali, ritardanti di fiamma.

Perché emergenti?

Perché i loro effetti potenzialmente dannosi per ambiente e salute umana non sono ancora stati studiati a sufficienza.

Fino ad oggi, secondo il rapporto del JRC della Commissione Europea, sono oltre 2700 le sostanze potenzialmente contaminanti presenti in commercio, utilizzate e che hanno il potenziale effetto di causare effetti avversi, ma ancora non regolamentati.

La presenza di queste sostanze nell’ambiente è molto difficile da controllare. Fanno parte di questo gruppo, ad esempio, molte molecole comuni nei farmaci da banco. Il ritrovamento dei composti chimici nell’ambiente è dovuto, ad esempio, all’espulsione dall’organismo di tali farmaci tramite urine, feci o, anche, durante il lavaggio di corpo e vestiti. Anche piccole quantità di sostanze rilasciate da una singola persona possono causare un problema se analizziamo la situazione da un punto di vista globale.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Nella seconda parte del documento, Legambiente analizza la situazione in Italia. Dal 2007 al 2017 un registro integrato delle emissioni inquinanti prodotte da varie industrie in Europa ha raccolto i dati di oltre 30.000 strutture. Per ognuna di loro, sono disponibili le informazioni sulle emissioni in aria, acqua e suolo, partendo da un elenco di inquinanti.

In Italia, le categorie di sostanze chimiche emesse nei corpi idrici sono state: metalli pesanti, sostanze organiche clorurate, pesticidi.

Nella terza parte del documento, si analizzano le storie di inquinamento italiano degli ultimi anni.

Infine, il dossier focalizza l’attenzione su due argomenti: i pesticidi nelle acque e la contaminazione da PFAS. Per maggiori informazioni sulle sostanze perfluoroalchiliche, o PFAS, si rimanda all’articolo precedentemente pubblicato “PFAS: cosa sono e proposta EFSA per l’abbassamento del limite”.

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