RIFIUTI DI PLASTICA, pubblicata l’analisi della Corte dei conti europea
Pubblicata l’analisi della Corte dei conti europea che riporta le azioni attualmente in campo da parte dell’UE per affrontare il problema dei rifiuti di plastica
INTRODUZIONE
A fine anno 2020, la Corte dei conti europea ha pubblicato un’analisi su uno dei problemi principali del nostro secolo, i rifiuti di plastica.
L’azione dell’UE per affrontare il problema dei rifiuti di plastica
Questa analisi, volutamente non relazione di audit, potrebbe rappresentare un documento integrativo all’audit dell’EUROSAI sui rifiuti di imballaggi in plastica partito nel 2020.
Il principale obiettivo è esaminare quale sia l’approccio dell’UE rispetto alla gestione dei rifiuti di plastica. L’interesse per questo argomento non è recente, infatti già all’inizio del 2018 la Commissione europea aveva approvato una strategia per migliorare la gestione della plastica, compresi il riciclo, la raccolta e la gestione del materiale.
RIFIUTI PLASTICI
Abbiamo già discusso dell’argomento in alcuni precedenti articoli, che riportiamo.
Novità in materia ambientale: entra in vigore il decreto 116/2020
Direttiva UE 2019/904 del 5 giugno 2019
La strategia da introdurre prevede diversi obiettivi di riciclaggio degli imballaggi in plastica, al fine di raggiugere traguardi efficaci relativi a un’economia sempre più circolare. Uno degli obiettivi di questo Green Deal era proprio cercare di rendere tutti gli imballaggi in plastica immessi sul mercato riutilizzabili o riciclabili entro il 2030.
Tuttavia, essendo la strategia introdotta solo da pochi anni e con obiettivi fino al 2030, non è possibile considerare alla data attuale se le misure imposte abbiano già sortito un qualche effetto positivo.
L’analisi ha dunque il solo scopo di valutare quanto già disposto e guardare con spirito critico alle misure introdotte, e, in particolare, a:
- Progettazione di imballaggi
- Regimi di responsabilità estesa del produttore
- Comunicazione
- Esportazioni e traffico di rifiuti
IL CAMPO D’APPLICAZIONE DELL’ANALISI
L’analisi della Corte dei conti europea fornisce un quadro UE per la gestione dei rifiuti di plastica in diversi settori: automobilistico, elettronico, edile, agricolo, rifiuti di imballaggio.
In particolare, tuttavia, l’analisi si sofferma su questo ultimo settore, in quanto rappresenta il 61% dei rifiuti di plastica. Infatti, all’interno dell’analisi vengono evidenziati alcuni numeri sugli imballaggi, portando ad esempio alcuni dei più comuni imballaggi di plastica nell’UE: vasetti di yogurt, bottiglie di plastica, imballaggi protettivi per frutta e verdura.
Inoltre, per gli imballaggi di plastica, la Corte dei conti europea ha riscontrato il più basso tasso di riciclaggio comunicato nell’UE.
IMPATTO SULL’AMBIENTE
L’impatto della plastica nell’ambiente è molto alto. Una delle principali conseguenze negative della plastica, alla quale siamo più abituati, perché maggiormente discussa, è l’impatto che la plastica ha sugli animali, in particolare sulle creature marine e quelle volanti ad esse correlate. Tuttavia, questo non è l’unico problema del cattivo smaltimento di questi rifiuti. Infatti, Secondo un report di ICF ped EUNOMIA per la Commissione Europea, i rifiuti in plastica che vengono destinati agli inceneritori per il recupero di energia è maggiore di quella riciclata, nonostante la piramide gerarchica delle opzioni di trattamento rifiuti della commissione mostrerebbe il contrario.
Inoltre, l’incenerimento dei rifiuti in plastica può portare a un ulteriore impatto negativo sull’ambiente, da non sottovalutare.
La plastica, derivante essenzialmente dal petrolio greggio, durante l’incenerimento rilascia grandi quantità di CO2, oltre a sostanze inquinanti. Si fa comunque presente che ci sono situazioni in cui l’incenerimento rappresenta una soluzione al problema dei rifiuti che contengono sostanze tossiche. Il rilascio delle emissioni può essere compensato dal recupero di energia.
ALTRI SETTORI
Come detto in precedenza, l’analisi si concentra in particolare sui rifiuti di imballaggio in plastica, escludendo i rifiuti marini. Accenna inoltre agli altri settori definiti nel capo di applicazione.
In generale, infatti, la strategia per la plastica del 2018 intende prendersi l’onere di gestire i rifiuti di plastica di tutti i principali settori; mentre per alcuni di ess esistono obiettivi di riciclo, per altri (es. edilizia e agricoltura) non sono attualmente definiti, così come per i rifiuti di apparecchiature elettroniche e quelli del settore dell’automobile esistono legislazioni a parte.
AGRO-PLASTICA
Tra le altre, è interessante concentrarsi sulla plastica utilizzata nel settore agricolo. La plastica viene utilizzata, per esempio, per le pellicole per gli insilati, le serre, tubi di irrigazione, reti e corde.
Spesso, tuttavia, è difficile riciclare o riutilizzare alcuni dei rifiuti dell’agro-plastica, specialmente nel caso in cui siano stati sottoposti a intemperie o utilizzati per lo stoccaggio di pesticidi. Inoltre, l’analisi dell’UE specifica che una grossa fetta di questi rifiuti potrebbe essere bruciata o abbandonata nei campi, poiché dalle verifiche dei sistemi di raccolta è stato visto che nessuno di questi raccoglie più del 70% dell’agro-plastica. Gli obiettivi per il futuro saranno quelli di migliorare i tassi di raccolta e riciclaggio di questi rifiuti e, dove possibile, tentare di sostituire, ad esempio, le gallerie di plastica con vetro e acciaio.
IMBALLAGGI IN PLASTICA
L’analisi della Corte dei conti riporta alcuni numeri relativi alle quantità di rifiuti di imballaggi di plastica prodotti all’anno per persona. Si stima che in UE si producono circa 32 kg/per persona/anno, mentre negli Stati Uniti la quantità raggiunge i 45 kg e possiamo vantare il più alto tasso di riciclaggio della plastica (complessivi di tutti i tipi di rifiuto in plastica).
È molto interessante far presente che il ciclo di vita degli imballaggi in plastica dipende da tutte le fasi della sua produzione, dalle materie prime, fino allo smaltimento finale. Questo perché, se l’imballaggio viene concepito, lavorato e riutilizzato in una certa maniera, il suo ciclo di vita potrebbe essere maggiore della sua fase di consumo. Questa è una delle ragioni per cui gli Stati hanno introdotto e introducono misure per ridurre l’utilizzo di plastica monouso. In questi prodotti monouso la fase di consumo e il ciclo di vita si sovrappongono. Un altro obiettivo è introdurre misure di sensibilizzazione sull’utilizzo della plastica e sul suo riciclo, al fine di provare a ridurre il grosso problema di dispersione dei rifiuti nell’ambiente.
OPPORTUNITA’, CARENZE, SFIDE E RISCHI
L’analisi si sofferma sulle responsabilità dei produttori e tocca argomenti come l’esportazione dei rifiuti in altri Paesi e il traffico illegale degli stessi.
Infine, il documento riporta una panoramica di quelle che sono le opportunità, carenze, sfide e rischi della gestione dei rifiuti di imballaggi in plastica, attualmente gli unici aventi un valore obiettivo di riciclaggio da raggiungere.

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