Peste suina africana, è allarme anche in Italia?

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Riportiamo alcuni dati relativi al virus che sta colpendo alcuni animali, responsabile della Peste Suina Africana

PESTE SUINA AFRICANA

La peste suina africana è una malattia virale che può colpire sia il maiale domestico sia i cinghiali, potenzialmente letale. Poiché non esistono, attualmente, cure né vaccini, essa causa gravi conseguenze sia per la popolazione di suini e cinghiali, sia per l’economia, perché può portare a ingenti danni alle produzioni zootecniche suine. I danni potenziali non sono legati esclusivamente alla mortalità dei capi, ma anche all’introduzione di restrizioni al commercio internazionale di suini e derivati.

La PSA non è una malattia che colpisce l’uomo, tuttavia è necessario fare di tutto per impedire che si diffonda.

IL VIRUS DELLA PESTE SUINA AFRICANA

Il virus responsabile della malattia è un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus. Risulta essere molto resistente e stabile, non si inattiva dalla putrefazione delle carcasse, così come dalla refrigerazione delle carni.

Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) è in grado di resistere:

  • 18 mesi a +4°C
  • 2 anni a -70°C
  • 2 anni a -20°C con una riduzione del titolo virale di 103 104 HAD

Per essere inattivato è necessario che si arrivi alla temperatura di 60°C per almeno 30 minuti.

Mentre le preparazioni delle carni come la stagionatura breve (es. salsicce e salami) non inattivano il virus, la cottura a temperature superiori a 70° risulta efficace.

QUALI SONO I SINTOMI?

I sintomi tipici sono simili a quelli della peste suina classica: febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti, emorragie; dunque, per distinguerle, sono necessarie analisi di laboratorio.

Anche dopo il superamento della malattia, gli animali che l’hanno contratta possono rimanere portatori del virus per circa un anno, il che li rende una fonte molto importante di persistenza e diffusione del virus nei vari territori.

COME AVVIENE LA TRASMISSIONE DELLA MALATTIA?

Gli animali sani possono infettarsi attraverso:

  • Contatto con animali infetti, compreso il contatto tra animali allevati e selvatici
  • Ingestione di prodotti di carne o a base di carne di animali infetti (es. rifiuti, scarti di cucina, ecc.)
  • Contatto con oggetti contaminati dal virus, comprese le attrezzature, i veicoli, ecc.
  • Morsi di zecche infette

Così come la peste, il virus della peste suina africana risulta essere molto resistente ed è in grado di rimanere attivo nelle carcasse per lungo tempo.

La presenza e la circolazione di animali e prodotti derivati infetti così come le attività di smaltimento illegale delle carcasse contribuiscono alla diffusione della malattia.

SITUAZIONE ENDEMICA

La peste suina africana è endemica dell’Africa sub-sahariana. È stata endemica in Sardegna per diversi decenni, ma la situazione epidemiologica aveva visto dei grossi miglioramenti negli ultimi anni.

Il 7 gennaio 2022 è stata confermata la positività in un cinghiale trovato morto in Piemonte, colpito da un virus geneticamente diverso da quello precedentemente presente in Sardegna, ma corrispondente al virus europeo degli ultimi anni.

Dopo il monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiale nella regione Piemonte, attuata nelle scorse settimane, martedì 25 gennaio la situazione contava 120 carcasse ritrovate, di cui 21 positive (14 in Piemonte e 7 in Liguria) secondo quanto dichiarato dal sito della Regione Piemonte.

In conseguenza a questi casi recenti di PSA, Peste Suina Africana, il Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie da pestivirus e Asfivirus ha raccomandato un rafforzamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza negli allevamenti suini di tutto il territorio nazionale, così come l’attività di rintracciabilità di tutte le carcasse di cinghiale, così come previsto dal piano nazionale di sorveglianza.

Data la situazione attuale, gli operatori sono stati avvisati della necessità di segnalare qualsiasi caso sospetto di contagio alle Autorità Sanitarie, che interverranno con accertamenti di laboratorio.

NORMATIVA APPLICABILE

Riportiamo alcuni dei regolamenti attualmente in vigore per la definizione, il controllo e le misure d’emergenza legate alla Peste Suina Africana:

  1. Regolamento UE 2016/429 del 9 marzo 2016 relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale («normativa in materia di sanità animale»)
  2. Regolamento delegato (UE) 2020/687 della Commissione, del 17 dicembre 2019, che integra il regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla prevenzione e al controllo di determinate malattie elencate
  3. Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1882 della Commissione, del 3 dicembre 2018, relativo all’applicazione di determinate norme di prevenzione e controllo delle malattie alle categorie di malattie elencate e che stabilisce un elenco di specie e gruppi di specie che comportano un notevole rischio di diffusione di tali malattie elencate
  4. Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 della Commissione, del 7 aprile 2021, che stabilisce misure speciali di controllo della peste suina africana
  5. Decisione di esecuzione (UE) 2022/28 della Commissione, del 10 gennaio 2022, relativa ad alcune misure di emergenza provvisorie contro la peste suina africana in Italia
  6. DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2022/62 DELLA COMMISSIONE del 14 gennaio 2022 relativa ad alcune misure di emergenza contro la peste suina africana in Italia

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