BISFENOLO A, di cosa si tratta e a che punto siamo
Panoramica sul bisfenolo A, una delle sostanze chimiche industriali più comunemente utilizzate in vari settori.
Il Bisfenolo A (BPA), 2,2-bis(4-idrossifenil) propano, è una sostanza chimica molto utilizzata nei paesi industrializzati, impiegato principalmente nella produzione di plastiche e resine, ma anche per altri materiali polimerici e alcuni prodotti cartacei.
Prevalentemente, si utilizza per le plastiche in policarbonato, un tipo di plastica rigida trasparente e molto resistente, utilizzata nei contenitori alimentari come bottiglie per bibite con vuoto a rendere, piatti e tazze di plastica e contenitori per la conservazione di alimenti.
Viene inoltre utilizzato nelle resine epossidiche presenti nei rivestimenti interni di alcune lattine per alimenti e bevande, nonché nella produzione di pellicole.

In campo non alimentare, è utilizzato nel settore odontoiatrico e, per esempio, nella carta termica degli scontrini, dei biglietti per i trasporti pubblici e dei tagliandini per il parcheggio.
Il problema del Bisfenolo A nasce dal fatto che la sostanza può migrare in piccole quantità negli alimenti e nelle bevande conservate in contenitori con BPA.
BISFENOLO A, RISCHI PER LA SALUTE
Il BPA viene considerato interferente endocrino, in grado cioè di alterare l’equilibrio endocrino, nella fase di sviluppo all’interno dell’utero e della prima infanzia. Può anche alterare lo sviluppo di vari sistemi corporei, tra cui quello riproduttivo, nervoso e immunitario.
Sulla base di studi sugli animali, l’esposizione a dosi elevate di Bisfenolo A può causare effetti nocivi su reni e fegato.
Il Comitato scientifico dell’EFSA, l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare, ha effettuato una valutazione sulla tossicità del Bisfenolo A e della relativa esposizione dei consumatori nel 2015. Secondo gli esperti dell’EFSA, il Bisfenolo, alle concentrazioni attuali di esposizione, non sembra rappresentare un rischio per la salute di alcuna fascia di popolazione.
L’esposizione al BPA attraverso la dieta, infatti, resta molto sotto il limite di sicurezza di BPA negli alimenti, stabilito in 4 mg/kg di peso corporeo al giorno. Anche in caso di una stima in eccesso dell’esposizione, considerando un insieme di fonti, o esposizione aggregata, il livello di esposizione resta sempre da 3 a 5 volte inferiore a quello di sicurezza.
BISFENOLO S, sostanza alternativa

Ad EFSA è stato richiesto di valutare una sostanza alternativa al Bisfenolo A, il 4,4’-diidrossidifenilsulfone o Bisfenolo S (BPS), un monomero anch’esso utilizzato per produrre MOCA in plastica.
Abbiamo già discusso di questa sostanza nell’articolo OPINIONE EFSA SUL BISFENOLO S, GLI STUDI SVOLTI E L’IMPATTO SULL’AUTORIZZAZIONE ATTUALE
Qui, riportando i dati dell’opinione EFSA, vediamo come lo studio ha identificato un NOAEL per tossicità e immunotossicità per lo sviluppo con la dose di BPS più bassa testata di 20 mg/kg di peso corporeo al giorno.
MA COS’è IL NOAEL?
Il NOAEL è il “livello di esposizione più alto presso cui non ci sono incrementi biologicamente o statisticamente significativi nella frequenza o nella severità degli effetti avversi tra la popolazione esposta ed il suo appropriato controllo. Alcuni effetti possono essere osservati a questo livello, ma non sono considerati avversi o precursori di effetti avversi”.
il NOAEL per la tossicità sistemica generale è stato definito in 60 mg/kg di peso corporeo al giorno, mentre la neurotossicità dello sviluppo, la fertilità e le prestazioni riproduttive non sono state influenzate nemmeno con la dose più elevata testata di 180 mg/kg di peso corporeo al giorno.
Gli studi hanno inoltre evidenziato che il Bisfenolo S viene metabolizzato ed eliminato molto velocemente dai ratti. Tuttavia, gli esperti dell’EFSA raccomandano di continuare a raccogliere i dati sull’uso del Bisfenolo S nei MOCA plastici, nonché sulla presenza e migrazione negli alimenti per valutare l’impiego come alternativa al Bisfenolo A
FONTI DI ESPOSIZIONE AL BPA

Secondo l’EFSA, le principali fonti di esposizione al Bisfenolo A, sia alimentari che non alimentari, risultano essere:
- alimenti in scatola e, in misura minore, carne e derivati, per tutte le fasce d’età
- potrebbe essere presente nella carne e derivati a causa del contatto con il packaging, con le attrezzature di produzione o per l’ambiente o i mangimi
- oltre i tre anni d’età, la carta termica risulta essere la seconda fonte principale di esposizione, sempre al di sotto del limite.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il Regolamento UE 10/2011 della Commissione, del 14 gennaio 2011, riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari consente l’utilizzo del 2,2-bis(4-idrossifenil) propano, comunemente chiamato Bisfenolo A, in materiali plastici destinati al contatto con gli alimenti. Nel 2018, il regolamento UE 2018/213 ha modificato il regolamento UE 10/2011, inserendo le seguenti disposizioni:
- La migrazione di BPA da vernici o rivestimenti applicati ai MOCA non deve superare il limite di migrazione specifica di 0,05 mg di BPA per kg di prodotto alimentare
- Non è consentita alcuna migrazione per i MOCA destinati al contatto con formule per lattanti, di proseguimento, alimenti per la prima infanzia, alimenti a fini medici speciali creati per soddisfare le esigenze nutrizionali dei lattanti e dei bambini nella prima infanzia o bevande a base di latte e prodotti analoghi specificamente destinati ai bambini nella prima infanzia, quali definiti al regolamento (UE) n. 609/2013.

Inoltre, il regolamento UE 2018/213 modifica il regolamento UE 10/2011 dichiarando che il Bisfenolo A non debba essere utilizzato per la fabbricazione di biberon in policarbonato per lattanti, né per la fabbricazione di tazze o bottiglie in policarbonato destinate a lattanti e bambini nella prima infanzia.

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