Certificazione BRCGS GSFS, pubblicato il draft della revisione 9 – PARTE 3
Ultima parte dell’analisi della prima bozza della nuova revisione dello standard BRCGS Food Safety versione 9
Ultima parte dell’articolo riguardante la pubblicazione di BRCGS del primo draft della nuova revisione dello standard per la sicurezza alimentare BRCGS Food Safety.
Eventuali modifiche e suggerimenti potevano essere inviati fino allo scorso 12 di gennaio. Per questo motivo, il documento potrà subire variazioni e non risulta ancora essere valido o definitivo.
In generale, le tempistiche di pubblicazione e applicazione dello standard saranno:
- Agosto 2022 per la pubblicazione della revisione 9 dello standard BRCGS Food Safety;
- 1° febbraio 2023 come data di inizio degli audit di certificazione sullo Standard in conformità alla versione 9.
I certificati ottenuti prima del 1° febbraio 2023 si svolgeranno in conformità ai requisiti della versione 8 e la loro validità fino alla data presente sul certificato.
ALCUNI NUOVI REQUISITI e MODIFICHE AI REQUISITI ESISTENTI
Riportiamo anche i link alle prime due parti dell’analisi del draft, per approfondimento.
Certificazione BRCGS GSFS, pubblicato il draft della revisione 9 – PARTE 1
Certificazione BRCGS GSFS, pubblicato il draft della revisione 9 – PARTE 2
Precisiamo ancora una volta che, essendo un draft, le informazioni riportate in questo e nei precedenti articoli, nonché all’interno del documento di BRCGS, non rappresentano ancora requisiti da ottemperare e potranno subire variazioni e modifiche.
Negli scorsi articoli abbiamo analizzato i primi punti del draft dello standard BRCGS Food Safety, in particolare:
- IMPEGNO DELLA DIREZIONE
- FOOD SAFETY PLAN – HACCP
- SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E DELLA QUALITA’ ALIMENTARE
- STANDARD DEL SITO
- CONTROLLI DI PRODOTTO
- CONTROLLI DI PROCESSO
Nell’articolo di oggi, analizziamo brevemente gli ultimi tre punti del draft:
- PERSONALE
- ZONE DI RISCHIO
- REQUISITI PER I PRODOTTI COMMERCIALIZZATI
7 – PERSONALE
Per quanto riguarda le proposte di modifica a questo punto, troviamo un piccolo ma significativo cambiamento. Mentre nella versione 8 si specificava che il personale “rilevante”, “significativo” dovesse essere adeguatamente formato, in questa bozza la specifica “rilevante” viene eliminata, volendo forse sottolineare come la formazione e l’addestramento adeguati siano necessari per chiunque abbia a che fare con il/i prodotto/i, servizi e/o attività dell’azienda.
Inserita, inoltre, una specifica relativa ai requisiti igienici e, in particolare, a quali accessori personali possano essere indossati, inserendo nell’elenco degli strumenti che non devono essere indossati, oltre agli orologi, anche strumenti indossabili simili, nonché l’eccezione non solo per le fedi lisce, ma anche per qualsiasi anello liscio.
Un’altra specifica riguarda lo screening medico. Anche in virtù di quanto abbiamo tutti passato negli ultimi anni, BRCGS specifica che chiunque entri in contatto con l’azienda non risulti essere una fonte, oltre che di malattie di origine alimentare, anche di infezioni, malattie e altre condizioni per i prodotti.
Infine, una piccola aggiunta alla parte relativa agli indumenti protettivi. Già nella versione 8 si specifica che il lavaggio degli indumenti da parte del personale deve essere limitato ai casi in cui il suo utilizzo deve proteggere gli addetti dal prodotto maneggiato e qualora si utilizzi in ambienti di prodotto chiuso o a basso rischio.
Il draft specifica ulteriormente il primo punto, sottolineando che il lavaggio domestico è accettabile quando gli indumenti protettivi non debbano essere utilizzati per scopi di sicurezza alimentare ma, ad esempio, come dicevamo, per proteggere gli addetti.
8 – ZONE DI RISCHIO
La parte relativa alle zone di rischio è stata, in primo luogo, riorganizzata, per evitare di ripetere informazioni già presenti in altri punti. La definizione della planimetria che riporta le aree di rischio riguarda il punto 4.3.2, mentre le caratteristiche di ogni area e il diagramma di scelta dell’area restano nell’Appendice 2 dello Standard.
Le modifiche al punto riguardano, ad esempio, l’inserimento di procedure per il passaggio tra le aree a basso rischio e quelle High-care.
È stato aggiunto un nuovo punto riguardante le pareti removibili (quelle, ad esempio, utilizzate per le attività di manutenzione e/o movimentazione delle attrezzature) all’interno di aree ad alto rischio e ad alto controllo e le caratteristiche che devono avere.
Inoltre, il documento sottolinea la necessità di considerare, all’interno delle procedure di pulizia, i diversi rischi microbiologici associali ad ogni zona di rischio. Le attrezzature utilizzate per le pulizie, oltre che distintive e dedicate, dovranno anche essere:
- Adatte allo scopo;
- Pulite e stoccate in modo tale da prevenire la contaminazione.
In caso di utilizzo di CIP, Cleaning-in-Place, sistemi di sanificazione automatica, all’interno di aree ad alto rischio o alto controllo, questi dovranno o essere dedicati per ogni area, oppure progettati in modo da non presentare rischi di contaminazione.
9 – PRODOTTI COMMERCIALIZZATI
L’ultima sezione dello Standard, quella relativa ai prodotti commercializzati, riporta lo stesso paragrafo già presente nella precedente revisione, l’attuale versione 8, specificando che quella è la definizione di prodotti commercializzati.
Ma quindi, qual è la definizione?
Si definiscono prodotti commercializzati quei prodotti alimentari rientranti normalmente nell’ambito di applicazione di questo Standard e che sono stoccati presso i locali del sito sottoposta ad audit, ma non sono prodotti, trasformati o confezionati all’interno dello stabilimento sottoposto a verifica; la gestione di tali prodotti dovrà essere conforme ai requisiti illustrati nella sezione 9 dello standard.
La bozza di revisione aggiunge alcuni requisiti a questa sezione. Per prima cosa, viene detto che qualora un sito voglia essere sottoposto a verifica del punto 9 dello standard, tutti i prodotti commercializzati presenti dovranno rientrare nello scopo di certificazione, non essendo ammesse esclusioni di alcuni prodotti.
Le non conformità eventualmente rilevate saranno come di norma registrate e influiranno sul report di audit. Qualora il sito commercializzi prodotti e/o materie prime, ma non voglia farli rientrare nello scopo di certificazione, questo verrà registrato come un’esclusione sul report di audit.
Una seconda parte inserisce, tra i requisiti da soddisfare, la presenza di un piano HACCP o di un piano di sicurezza alimentare, che includa per quali prodotti e processi il sito è responsabile e almeno le fasi di accettazione, stoccaggio e spedizione.
Anche per quanto riguarda la rintracciabilità, le procedure del sito dovranno dettagliare il sistema utilizzato per la tracciabilità dei prodotti commercializzati.

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