RESISTENZA ANTIMICROBICA, LA SITUAZIONE ATTUALE
La resistenza antimicrobica è una realtà sempre più diffusa, dovuta all'abuso e all'uso scorretto di alcuni farmaci. Approfondiamo.
RESISTENZA ANTIMICROBICA
La resistenza antimicrobica è la capacità di alcuni batteri, virus o funghi di resistere a farmaci antimicrobici, rispettivamente antibiotici, antivirali e antimicotici.
Negli scorsi giorni si è celebrata la World Antimicrobial Awareness Week, la settimana mondiale sulla consapevolezza relativa agli antimicrobici promossa dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
La resistenza agli antimicrobici è un meccanismo che si sviluppa naturalmente a causa dell’uso e dell’esposizione frequente ai farmaci antagonisti. L’uso scorretto e l’abuso degli antimicrobici causano la crescita e la diffusione di microorganismi resistenti alla loro azione, con conseguente perdita di efficacia delle terapie. Quando il meccanismo si sviluppa e non vi sono farmaci capaci di agire contro i microrganismi in modo efficace, molte infezioni comuni possono tornare ad arrecare gravi danni.
I fattori che concorrono e accelerano questo meccanismo sono molti, incluso l’abuso e l’uso scorretto di medicine tra gli esseri umani, in allevamento e agricoltura, così come l’accesso difficile ad acqua pulita, pulizia e igiene.
Un esempio noto di batterio che ha sviluppato questa caratteristica di resistenza a diversi antibiotici è lo Stafilococco, in particolare Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA).
IL RUOLO DI EFSA
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare si occupa di resistenza antimicrobica fin dal 2007, anno in cui pubblica le istruzioni per monitorare la resistenza antimicrobica di due batteri, Salmonella e Campylobacter, all’interno di animali e alimenti. Nel marzo 2009 EFSA valuta la pericolosità per la salute pubblica di Staphylococcus aureus meticillino-resistente. A partire dal 2011 EFSA ed ECDC sviluppano diversi studi, tra cui relazioni sulla descrizione della resistenza antimicrobica nei batteri zoonotici che interessano l’uomo, gli animali e gli alimenti, sui dati di consumo degli antibiotici e la loro resistenza.

Nell’ultimo mese, inoltre, sono state pubblicate diverse Opinioni scientifiche relative a una valutazione delle zoonosi causate da batteri resistenti agli antimicrobici per diverse categorie animali.
RESISTANCE MAP
Il CDDEP, Center for Disease Dynamics, Economics and Policy, un centro di ricercar indipendente e multidisciplinare per la promozione della salute e del benessere nel mondo, ha sviluppato, nel 2010, una mappa che raccoglie dati da tutto il mondo per monitorare la resistenza agli antimicrobici.
All’interno di questa mappa è possibile visualizzare i dati sulla resistenza antimicrobica di 46 Paesi. In linea generale, i dati raccolti rappresentano i valori riscontrati dal 1999 al 2017, ma cambiano in base al Paese.
Gli organismi presi in esame e analizzati sono 12:
- Acinetobacter baumannii,
- Enterobacter aerogenes,
- Enterobacter cloacae,
- Enterococcus faecalis
- Enterococcus faecium,
- Escherichia coli,
- Klebsiella pneumoniae,
- Pseudomonas aeruginosa,
- SalmonellaTyphi,
- SalmonellaParatyphi,
- Staphylococcus aureusand
- Streptococcus pneumoniae.

CONSUMO DI ANTIBIOTICI
La Resistance Map, inoltre, esamina i dati relativi al consumo di antibiotici per 76 paesi, includendone ben 17 classi, riscontrati dal 2000 al 2015.
RISPOSTA DELL’UE
Per poter combattere questo fenomeno, la resistenza antimicrobica, è necessario coinvolgere attori di diversi settori, dalla medicina, al settore veterinario, l’allevamento, l’agricoltura, ma anche l’ambiente.
Nel 2017, la Commissione europea ha adottato il EU One Health Action Plan against AMR, i cui obiettivi principali sono:
- Rendere l’UE un territorio che applica le migliori pratiche, best Practices;
- Implementare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione
- Plasmare l’agenda globale.
La commissione ha anche adottato due linee guida complementari:
- Le linee guida sull’uso prudente degli antimicrobici nei medicinali veterinari
- Le linee guida sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina umana
Con l’obiettivo di realizzare progressi verso un utilizzo consapevole e prudente degli antimicrobici, basandosi su relazioni tecniche pubblicate da esperti del settore.
COSA SI INTENDE PER USO PRUDENTE?
Per la definizione di “uso prudente” ci vengono in soccorso proprio le Linee guida, che riportano:
“uso prudente degli antimicrobici: uso che comporta benefici per il paziente e al tempo stesso riduce al minimo la probabilità di effetti avversi (tra cui la tossicità e la selezione di organismi patogeni come Clostridium difficile) e la comparsa o la diffusione della resistenza antimicrobica. Altri termini utilizzati allo stesso scopo sono «giudizioso», «razionale», «appropriato», «corretto» e «ottimale»”.

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