Necessaria una valutazione del rischio per farina e fibre del legno

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La Commissione Europea ha chiesto al gruppo CEP dell'EFSA di revisionare l'autorizzazione all'utilizzo di farina e fibre di legno non trattate per l'utilizzo in Materiali e Oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari

La Commissione Europea ha chiesto al gruppo dell’EFSA che si occupa di materiali a contatto con gli alimenti (CEP) di revisionare l’autorizzazione dell’additivo “farina e fibre di legno non trattate”. L’additivo è attualmente approvato come utilizzabile in materiali plastici destinati al contatto con i prodotti alimentari.

FARINE E FIBRE DI LEGNO, FCM96

Prendiamo il regolamento UE 10/2011 riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. L’allegato I riporta la lista di sostanze autorizzate nel processo di polimerizzazione, tra le quali troviamo “Farina e fibre di legno, non trattati” identificati con la sigla FCM96 (o MCA96), dove per FCM intendiamo “Food Contact Material”, anche detto, in Italia, MCA “Materiali a Contatto con gli Alimenti”.

L’autorizzazione di questa sostanza risale al passato e manca di alcuni dettagli fondamentali, come ad esempio la definizione di “legno” e la definizione di “non trattato”.

Il problema si presenta quando la sostanza di base è una matrice polimerica addizionata con sostanze legnose (farina o fibre) perché, per definizione, si tratta di plastica e come plastica deve essere conforme al Regolamento UE 10/2011. È necessario dunque capire quali sostanze possono essere incluse nella categoria FCM/MCA96 e quali no.

Le differenze esistenti tra quello che la definizione di legno comprende e non sta diventando di interesse critico, in quanto sempre più materiali innovativi a base plastica vengono addizionati con sostanze derivanti da diverse fonti, incluso ad esempio il bambù.

Portando un esempio simile, il caso delle bucce di semi di girasole aveva portato l’EFSA a escludere questo materiale dalla categoria FCM96 e a classificarle separatamente nella categoria FCM/MCA 1060.

AUTORIZZAZIONE OBSOLETA

L’additivo “farina e fibre di legno, non trattati” è stato inizialmente inserito nella lista positiva come additivo consentito per materiali plastici con la Direttiva 95/3/CE, poiché considerato inerte. Con l’emanazione del Regolamento UE 10/2011, tale sostanza è stata trasferita nell’allegato al Regolamento citato, senza però aver intrapreso alcuno studio di tossicità. Studi recenti hanno mostrato che alcune specie di legno, alcune fonti e parti di legno potrebbero tuttavia non essere inerti e, addirittura, in qualche misura tossici.

Di conseguenza, diventa difficile considerare l’autorizzazione di questa categoria ancora valida, solo sulla base della sua presunta non tossicità. Si è necessario valutare la conformità della sostanza, partendo da alcuni presupposti:

– “Legno”, secondo la valutazione, è il “tessuto duro degli alberi”. Altre parti, quali foglie, frutti e corteccia NON sono compresi,

– la valutazione NON comprende i materiali riciclati;

– non è disponibile una definizione ufficiale di “non trattato”. Nel presente caso viene inteso che, mentre la materia prima legno può essere trattata, il prodotto di derivazione (farina e fibre di legno) non devono essere sottoposte ad altri trattamenti (chimici, fisici e/o meccanici).

VALUTAZIONE

Il legno è un materiale largamente utilizzato come materiale destinato all’industria alimentare, in varie applicazioni. Si pensi per esempio agli utensili da cucina, le botti per il vino, i pallet per il trasporto. Nonostante tutto, non sono ad oggi presenti studi tossicologici soddisfacenti che abbiano analizzato tutti questi utilizzi.

Le autorità competenti dei vari Paesi dell’Unione hanno diversi livelli di attenzione per quanto concerne il legno. Tuttavia, è necessario considerare che esistono alcune specie di legno che sono considerate velenose o potenzialmente contenenti sostanze velenose.

La composizione del legno varia in ragione delle diverse specie e, all’interno di una stessa specie, può variare in base all’età, fattori geografici, fattori ambientali, ecc.

Per quanto il legno sia composto in gran parte di cellulosa, emicellulosa e lignina (in percentuali variabili in base alla tipologia di legno), una percentuale piccola ma importante è composta da altre sostanze, come i minerali e componenti a basso peso molecolare, potenzialmente migranti anche negli alimenti con i quali entrano in contatto.

MIGRAZIONE DI SOSTANZE DAL LEGNO

Non vi sono in letteratura informazioni relative alla migrazione di sostanze del legno da materiali in plastica prodotti con l’utilizzo dell’additivo oggetto del presente articolo. Sono però presenti dati associati alla migrazione di sostanze da prodotti in legno utilizzati a contatto con gli alimenti (tappi e botti in legno per il vino). La migrazione di sostanze del legno in un prodotto come il vino può portare ad alterazioni organolettiche, sgradite al consumatore. Si fa presente inoltre che l’IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato la polvere del legno cancerogena per l’uomo.

LE VALUTAZIONI FUTURE

Di conseguenza a tutto quanto detto, per la valutazione delle sostanze di legno e derivate dalla pianta utilizzate come additivi nei materiali plastici, sarà necessario considerare diversi aspetti, tra i quali:

  • diverse specie e diverse origini del legno
  • variabilità legata a età, condizioni di crescita e origine geografica
  • trattamenti subiti durante la crescita e lo stoccaggio
  • processi necessari per ottenere l’additivo a partire dal legno
  • altre sostanze aggiunte
  • migrazione di sostanze nel caso di utilizzo dell’additivo, ecc.

CONCLUSIONI

La valutazione del gruppo dell’EFSA ha portato alla conclusione che non sia più possibile considerare il legno un materiale inerte. La valutazione delle sostanze che potenzialmente migrano all’interno degli alimenti dovrà essere eseguita caso per caso, al fine di raggiungere una maggior grado di conoscenza della situazione, per aumentare la sicurezza dei prodotti con i quali entriamo in contatto e tutelare i consumatori.

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